Alzi la mano quella freelance che, appena iniziata la propria attività da libera professionista, non ha commesso almeno uno degli errori di cui parlo in questo articolo. Personalmente, garantisco di averli fatti tutti!
Se ancora non ci conosciamo, lasciami fare gli onori di casa!
Questo blog è la mia casa online, scrivo con cadenza quasi settimanale di Marketing, Personal branding, Copywriting.
Chi lavora sbaglia, dice il detto, e non a torto.
Il punto è questo: gli errori fanno parte del cammino di ognuno di noi. È normale e giusto commetterli. Ciò che davvero conta è:
- riconoscerli quanto prima,
- affrontare a testa alta le conseguenze che ne derivano,
- imparare qualcosa di utile, e magari non commetterli più!
Questo processo, volutamente semplificato al massimo, ti aiuterà a ottenere la vita da freelance che hai sempre desiderato. E che meriti, ovvio.
Leggi attentamente i prossimi paragrafi: ti racconterò tutta la verità sugli errori che mi hanno “limitata” durante i miei primissimi mesi di attività come libera professionista.
Fanne buon uso.
Sei con me? Andiamo!
1. Preventivi non accurati
Senti a me: prima di cominciare a fare preventivi, parla con il tuo commercialista.
Io non l’ho fatto. O meglio, mi ero informata grossomodo e stavo già aprendo Partita IVA, ma non ero scesa nei dettagli chiedendo esplicitamente quali fattori considerare per creare preventivi ufficiali.
La conseguenza?
Ho fatto preventivi + IVA per poi scoprire che non sono soggetta a IVA e, pertanto, non devo affatto considerarla.
Durante la fatturazione, poi, non ho tenuto subito in considerazione altri aspetti di mio interesse: la gestione separata INPS e l’addebito della marca da bollo.
Sai già come creare un business online partendo da zero? Te lo spiego qui.
Come se non bastasse, non avevo mica capito che circa il 40% di quello che guadagno se lo prende lo Stato!
Il che si è tradotto in preventivi troppo bassi per i miei primi guadagni. Ora capisco perché i miei primi clienti erano così felici!
Grazie al mio carissimo commercialista Diego di Fiscozen, che mi supporta e sopporta da quando ho avviato la mia carriera da libera professionista, ho risolto gli errori legati al campo preventivi e fatturazione e, adesso, fare preventivi e fatturare è diventato una passeggiata.
Ma se ripenso alle primissime fatture fatte…
Il mio consiglio spassionato per te: per dormire sonni tranquilli e non avere brutte sorprese, parla con il commercialista ancor prima di iniziare a fare i tuoi primi preventivi. E poi, fattura più che puoi!
Stai per aprire Partita IVA anche tu, ma non sai a chi rivolgerti?
Ti consiglio Fiscozen:
- fai una prima consulenza gratuita con un professionista che ti aiuterà a trovare la soluzione ideale per la tua attività,
- hai un commercialista dedicato che risponde a ogni tua esigenza in poche ore (posso garantirtelo!),
- ottieni 50€ di sconto sul primo anno di utilizzo del servizio se usi questo link per richiedere la tua prima consulenza gratuita.
2. Nessun contratto nessuna tutela
Questa mi è andata bene, ma il rischio era alto.
Cosa è successo: dopo aver preso accordi telefonici con un nuovo cliente, trovato tramite un annuncio di un gruppo Facebook di ricerca lavoro per Copywriter freelance, ho consegnato un lavoro ed emesso fattura.
Lo devo proprio ammettere: qualcosa non mi tornava. Ero un po’ allerta nei confronti di questo cliente e temevo non saldasse la fattura entro la scadenza pattuita (fine mese).
Arriva la fatidica data, 30 giugno, e non ricevo il bonifico che mi spetta.
Contatto il cliente chiedendo spiegazioni e mi dice che mi pagherà entro i prossimi 10 giorni.
Ne trascorrono 12, ancora niente.
Sollecito nuovamente.
Due giorni dopo ricevo il pagamento. E vissero tutti felici e contenti.
Vedi, questa volta mi è andata davvero bene e il mio presentimento si è rivelato errato (mai stata più contenta!).
Mentre aspettavo il bonifico da parte del cliente, pensavo e ripensavo – da brava PAS (persona altamente sensibile) che tende a rimuginare parecchio – a cosa avrei potuto fare nel caso non mi avesse pagato per davvero.
Mi sono resa conto di aver commesso un errore grave all’inizio della mia attività da freelance, perché quando manca un contratto non si hanno le basi per poter contestare qualsiasi avvenimento.
Questa volta mi è andata bene, ma non sempre queste storie hanno un lieto fine. Personalmente, ho scelto di non rischiare più.
È proprio vero, carta canta: scegli la tranquillità, tutela te stessa e il tuo cliente attraverso un contratto.
3. Non conoscere i valori del cliente
Questo errore mi ha fatto perdere una collaborazione in corso d’opera, in qualità di Copywriter freelance, che in realtà non avrei mai voluto avviare.
Ognuno di noi ha valori che ritiene imprescindibili. Per me, uno di questi è l’etica.
Scrivo i miei copy e quelli per i miei clienti in modo etico e trasparente.
Non chiedetemi di mentire per farvi belli agli occhi degli altri, ingannando spudoratamente i lettori raccontando risultati che non avete mai ottenuto. Non lo farò.
A costo di perdere il lavoro. Come è effettivamente successo.
Fare personal branding senza perdere la propria essenza è ciò che determina la buona riuscita di un’attività da freelance, lo sapevi?
Non ho alcun rimorso per aver lasciato quell’attività. Mi spiace solo aver dedicato il mio tempo a qualcosa di diametralmente opposto a ciò in cui credo.
Basta davvero poco per capire con chi hai a che fare: attraverso una semplice videocall potrai porre le domande che ritieni più giuste al tuo potenziale cliente per capire se siete sulla stessa lunghezza d’onda e decidere subito se prendere quel lavoro o meno.
Evita gli sprechi: scegli accuratamente a chi dedicare il tuo tempo da professionista.
4. Reperibilità 24/7
Questo è un errore che non riguarda solo la mia vita da freelance: già nei miei circa 5 anni da dipendente mi rendevo fin troppo disponibile.
Lo so cosa stai pensando:
“se sai già che non va bene, perché continui a essere reperibile 24/7?”
E hai perfettamente ragione.
Che dirti? Sarà il mio nodo karmico!
Sulla quale, però, sto iniziando a lavorare.
L’amara verità, della quale sono assolutamente consapevole, è che la gente se ne approfitta perché sono io a lasciarglielo fare. E questo non va bene.
Hai mai sentito parlare di Work life synergy: lo stile di vita dei professionisti soddisfatti?
Ora, non ho grossi consigli su questo. Lo sai: io stessa ancora combatto con me stessa per cercare di evitare questo errore.
Tu non fare come me: datti degli orari e dei tempi da dedicare alla tua attività da libera professionista. Non oltrepassare i limiti che hai intenzionalmente posto in primis a te stessa e poi ai tuoi clienti.
E se proprio ti senti in dovere di fare un’eccezione, assicurati che a lungo andare non diventi una regola.
Hai scelto di essere “libera”, non “schiava”.
5. Lasciarsi sopraffare dalla sindrome dell’impostore
Sono sicura al 100% che già sai a cosa mi riferisco. Se stai leggendo questo articolo è molto probabile che tu stessa ne soffra.
Secondo Wikipedia, la sindrome dell’impostore è:
caratterizzata dall’incapacità di interiorizzare i propri successi e dal terrore persistente di essere smascherati in quanto “impostori”.
Per la tua professione da freelance, lasciare spazio alla sindrome dell’impostore può essere deleterio e compromettere la tua intera attività (e credibilità, ovvio).
Se sei un’introversa come me, ho qualcosa di importante da dirti: I vantaggi di essere introversi quando si fa personal branding
Personalmente, la contrasto con 3 semplici azioni, attuabili da tutti:
- continuo a formarmi, attraverso videocorsi e libri, e a fruire di contenuti anche gratuiti, come blog o podcast, pubblicati da professionisti che ritengo autorevoli nel mio settore. Questo mi aiuta a sentirmi “al passo con i tempi”,
- cerco il confronto con altri professionisti e, talvolta, mi rendo conto di non essere affatto messa male nei riguardi della mia “concorrenza”,
- rivedo i miei successi passati. Recensioni ottenute dai clienti, feedback di altri collaboratori o, tornando più indietro, quelli dei miei superiori. Se è vero che ognuno di noi deve essere consapevole del proprio valore, è anche vero che quando questo viene confermato da una persona esterna, beh, l’autostima un po’ ti sale, non trovi?
Queste sono tre piccole azioni che mi aiutano a riprendermi nei momenti di sconforto, ma non sono le uniche attuabili.
Il consiglio che ti dò è di testarle e, se su di te non funzionano, trovane altre che possano aiutarti a ridimensionare la tua sindrome dell’impostore.
In conclusione
Se te lo stai chiedendo, sì, questi sono i 5 errori principali che hanno caratterizzato la mia vita da libera professionista all’inizio della mia attività, ma non sono gli unici!
Te lo dicevo all’inizio di questo articolo: sbagliare è normale, non c’è da avere paura.
Lo vuoi un ultimo consiglio, il più importante di tutti?
Non prenderti troppo sul serio. Dietro ogni errore si cela una possibilità: quella di imparare e migliorare la tua attività da freelance!
E se ti va di confrontarti con me su un dubbio o su come risolvere un errore relativo alla comunicazione del tuo personal brand, passa a trovarmi anche su IG. Sarò felice di confrontarmi con te!
Un abbraccio,
MG