Se lavori in una grande azienda, come ad esempio una multinazionale, e sei una persona introversa, scommetto che ti capita spesso di sentirti stanca, sopraffatta e fuori luogo.
No, non sono una strega né un’indovina.
Sono solo un’introversa – e anche PAS a dirla tutta – con un passato simile al tuo.
Ecco perché so esattamente come ti senti.
Ah, sono anche Sociologa, Content Specialist e Copywriter, ma questa è un’altra storia che puoi approfondire nella pagina Chi sono o sul mio profilo Instagram.
Questo è l’articolo che avrei voluto leggere anni fa, quando continuavo a chiedermi perché vivevo male situazioni che i miei colleghi affrontavano in modo così naturale.
Lettura dopo lettura ho finalmente compreso – e accettato – la mia natura di persona introversa e altamente sensibile e, vuoi sapere una cosa?
Oggi sono decisamente più consapevole e pronta ad affrontare qualsiasi situazione, anche le più estroverse!
È bellissimo per me poter condividere con te tutto ciò che ho imparato nei miei 5 anni di attività.
Sei con me? Andiamo!
Introversi vs estroversi: le differenze
I termini “introverso” ed “estroverso” diventano noti nel 1921, quando Carl G. Jung pubblica Tipi psicologici, una delle sue opere più famose.
Come sempre accade, negli anni successivi molti psicologi hanno ripreso, arricchito e talvolta stravolto le teorie di Carl G. Jung.
Ad oggi, quindi, dare una definizione chiara che metta tutti d’accordo su cosa significhi essere introverso piuttosto che estroverso è un’impresa ardua.
La buona notizia è che gli psicologi sembrano comunque concordare su alcuni punti chiave che differenziano queste due personalità:
- gli introversi preferiscono avere pochi stimoli dall’esterno. Odiano i conflitti e godono della solitudine. Non sono abili chiacchieroni, ma sicuramente sono grandi ascoltatori,
- gli estroversi amano le emozioni forti. Parlano molto, ascoltano poco e temono la solitudine.
Profonde differenze tra questi due tipi di personalità emergono anche in contesti lavorativi:
- gli introversi lavorano in modo lento e consapevole (ti ricorda qualcuno? Se già mi segui su Instagram probabilmente sì ), preferiscono concentrarsi interamente su ogni attività. Ricchezza e fama non sono nelle loro corde,
- gli estroversi, di contro, sono a loro agio nel prendere decisioni in modo rapido e nel lavorare in multitasking – quella parolina che tanto piace agli HR. Inseguono denaro e prestigio.
Lo so cosa stai pensando: descrivere gli estroversi è un po’ come scrivere la job description di un qualunque annuncio di lavoro, che si tratti di una multinazionale o dell’azienda di zio Peppino.
Sembra che il mondo appartenga agli estroversi. Sembra.
In effetti, la cultura in cui viviamo, fortemente influenzata da quella americana e dal capitalismo, non vede le incredibili qualità e potenzialità degli introversi – gente come te e me.
Spetta a noi, allora, prendere coscienza dei nostri punti di forza e coltivare il nostro essere.
Sto per parlarti delle maggiori difficoltà che accomunano tutti noi introversi nei luoghi di lavoro e come affrontarle per evitare il burn out.
Prima però vorrei fare un piccolo approfondimento su un tema a me a cuore: l’alta sensibilità.
Se ti è mai capitato di sentirti più sensibile degli altri, leggi attentamente il prossimo paragrafo. Scoprendo la mia storia potresti imparare cose nuove su di te.
In caso contrario, puoi saltarlo e passare subito alle strategie che ti permetteranno di sopravvivere anche negli ambienti più estroversi.
Mi dicevano che ero troppo sensibile
Ho perso il conto delle volte in cui mi hanno detto che sono troppo sensibile, troppo empatica, troppo buona.
Ammetto che io stessa, guardandomi intorno, ho spesso l’impressione di essere un pesce fuor d’acqua.
Ti racconto una breve parte della mia storia: avevo 29 anni e mi sentivo insoddisfatta della mia sfera lavorativa. Desideravo avviare la mia attività da libera professionista, ma mi sentivo schiacciata dalle aspettative di chi mi stava intorno e dalla paura di perdere la mia indipendenza.
Decisi di affidarmi a una Life Coach per lavorare sulle mie convinzioni limitanti e provare finalmente a sbloccare la situazione che stavo vivendo.
Lei mi ascoltava e mi guidava con pazienza, lasciando che fossi io a dare risposte ai miei stessi dubbi.
Fu proprio lei a consigliarmi il libro che ha cambiato per sempre la mia vita: Mi dicevano che ero troppo sensibile, di Federica Bosco.
Pagina dopo pagina, ho scoperto di non essere “sola”: faccio parte di quel 20% di persone dette altamente sensibili.
Perché te ne parlo?
Si stima che il 70% delle PAS siano introverse.
Se sei qui è perché sei introverso anche tu.
E se fossi anche una persona altamente sensibile?
Se pensi di sentire tutto troppo, ti consiglio di leggere quello stesso libro che un tempo hanno consigliato a me e che mi ha letta dentro.
No, non ho sbagliato a scrivere.
Sfogliavo quelle pagine e mi rendevo conto che, per la prima volta in vita mia, non ero io a leggere un libro. Era il libro che leggeva me.
Lo trovi su Amazon.
Se ti riconoscerai tra quelle pagine fammelo sapere: passa a trovarmi su Instagram e raccontami com’è stato il tuo “risveglio”. Ti leggo.
Aziende pensate per estroversi: come viverle al meglio anche da introversi
Lo abbiamo detto: introversi ed estroversi hanno caratteristiche molto diverse, talvolta addirittura opposte, e funzionano in modo differente.
Le aziende sembrano non accorgersene e tendono a dimenticare le esigenze di noi introversi.
Open space, ritmi frenetici, tendenza a sovraccaricare i lavoratori e imporre il multitasking sono solo alcuni esempi di situazioni considerate normali dalle aziende, ma vissute dagli introversi come fonte di stress.
Sarò onesta con te: viviamo nell’era della “normalizzazione”.
Ti basta fare un giro sui social per leggere post che invitano le persone a normalizzare fatti e comportamenti un tempo temuti o snobbati.
Tuttavia, da Sociologa so bene che certe situazioni non cambiano letteralmente dall’oggi al domani – nonostante io sia d’accordo con il sociologo Z. Bauman nel dire che viviamo in una società liquida, in continuo cambiamento. Ma di questo ne parliamo un’altra volta.
In sostanza, sono convinta che le aziende continueranno a creare ambienti pensati esclusivamente per estroversi. Spetta a noi introversi trovare strategie di sopravvivenza sui luoghi di lavoro che ci tengano lontani dal burn out.
Ho lavorato per circa 5 anni in aziende tipicamente estroverse, con non poche difficoltà.
Giorno dopo giorno, ho lavorato su me stessa e quelle che sto per rivelarti sono le strategie che mi hanno aiutata a vivere serenamente in ambienti così lontani dalla mia natura.
Open space non ti temo
Gli open space sono terribili per noi.
Non perché non ci piaccia stare a contatto con la gente.
Troppo spesso gli introversi vengono scambiati per “asociali”, ma la realtà è totalmente diversa: per gli introversi le relazioni sono fondamentali. La differenza con gli estroversi è che noi preferiamo scegliere le persone di cui circondarci. Non siamo per tutti.
Il vero problema degli open space è la sovrastimolazione che deriva da:
- telefoni che squillano senza sosta,
- colleghi costantemente in call,
- passi pesanti di gente che passa e ripassa vicino la tua scrivania,
- luci troppo forti
e la lista potrebbe continuare ancora e ancora.
Come può una tipica persona introversa sopravvivere a tutto questo?
Organizzando delle pause in luoghi meno caotici.
Non sentirti in colpa se preferisci farle da sola, tenendoti alla larga dai tuoi colleghi. Ne hai bisogno per ricaricare le batterie.
A volte anche chiudersi in bagno 5 minuti può essere rigenerativo.
Vivo la vita una call alla volta
Devo ammettere che, ora che il mio core business è la consulenza one to one in Marketing e Comunicazione per professionisti e aziende, le call che si susseguono senza sosta continuano a essere una fonte di stress per me.
Sono però fermamente convinta che a tutto ci sia una soluzione.
Ti propongo questa: fai in modo di riservarti almeno 3 minuti di totale silenzio tra una call e l’altra.
Usa quei 3 minuti per svuotare la mente e ricaricare le batterie.
Noi introversi siamo fatti così: abbiamo bisogno della solitudine per attingere a nuove energie.
Multi-che?
Il multitasking a lavoro è sopravvalutato. Questa è la mia personale opinione.
Non importa che tu sia estroverso o introverso, il cervello umano non è programmato per fare più cose alla volta.
Tuttavia, ancora oggi leggo annunci di lavoro che reclamano la capacità di fare multitasking. Vabbè.
Pensiamo a noi. Come gestire questo modo di fare tanto amato dalle aziende?
Datti un timing.
Se stai facendo un lavoro e ti arriva una email, guarda chi te la manda e cosa recita l’oggetto.
Se ritieni sia urgente aprila subito. In caso contrario, certamente può aspettare qualche minuto.
Valuta di volta in volta quali lavori sono più urgenti e quali, invece, possono aspettare.
Ricorda che la capacità di concentrazione è un tuo punto di forza. Usalo.
Quel benedetto smart working
Siamo esseri sociali: anche agli introversi – io direi soprattutto agli introversi – piace stare in compagnia e socializzare.
Ammettiamolo però: chi non ama lo smart working?
Per noi introversi rappresenta un vero toccasana: ci permette di scegliere dove lavorare – ricorda che non sei costretto a lavorare da casa – e, pertanto, abbiamo maggiore controllo sugli stimoli che riceviamo dall’esterno.
Se l’azienda dove lavori dà questa possibilità, prendila!
Frenesia vattene via
Più l’azienda vive di ritmi frenetici, più questo sarà un vanto per i suoi dipendenti.
L’hai notato anche tu?
Eppure non tutti i dipendenti sono uguali.
Per i più introversi vivere in ambienti frenetici, dove le attività si susseguono senza pause e non sono ammessi cali di produttività, il burn out diventa una conseguenza quasi inevitabile.
Quindi che si fa?
Trova attività rilassanti da fare durante il tempo libero.
Una passeggiata nella natura, un mandala da colorare, lo yoga e la meditazione sono valide alternative che puoi valutare.
Se il lavoro diventa troppo stressante e fatichi e stare dietro a tutti i tuoi task, ti dò un prezioso consiglio: parlane con il tuo responsabile.
Non avere paura ad ammettere che non ce la fai più.
È compito del tuo superiore agevolarti e creare le migliori condizioni di lavoro per te.
Il networking che ci piace
L’ho detto prima e lo ripeto ancora: per noi introversi le relazioni sono fondamentali, anche quelle sul lavoro.
Tuttavia, non siamo per chiunque e non ci piace circondarci di persone con cui non abbiamo nulla in comune.
Qui c’è un punto a nostro sfavore: a meno di non essere noi stessi a selezionare il personale, non abbiamo potere di scegliere chi saranno i nostri colleghi.
L’importanza del networking ormai la sanno tutti: molte opportunità lavorative vengono proprio da lì.
Non isolarti mai del tutto: scegli con chi creare relazioni profonde, ma interagisci anche con gli altri.
Non un lavoro, ma una missione
Gli introversi non sono mossi dalla ricerca di fama o denaro, ma hanno bisogno di trovare un senso in tutto ciò che fanno, soprattutto sul lavoro.
Questa cosa è ancora più vera per le persone altamente sensibili.
È questa la ragione che spinge molti di noi a lasciare la vita da dipendente per creare un proprio business.
Vogliamo avere un impatto sulla vita delle persone, aiutarle a migliorare determinati aspetti e, più in generale, a vivere serenamente.
Siamo portatori sani di altruismo e solidarietà.
Se oggi sei alla ricerca di un impiego lavorativo, sia come dipendente sia come libero professionista, non sottovalutare mai questo aspetto: forse ancora non te ne rendi conto, ma quelli come noi hanno bisogno di dare un senso profondo a tutto ciò che fanno, anche sul lavoro.
In conclusione
Essere introversi è bellissimo, anche se gli ambienti lavorativi ci mettono a dura prova.
Ci ho messo anni per capirlo, ma ora lo so con certezza.
Forse non lo sai, ma il mondo è pieno di introversi di successo.
Se ancora non ci credi ti faccio giusto qualche nome a “caso”: hai presente Bill Gates, Warren Buffett e Mark Zuckerberg?
Già, loro sono come noi.
Non sentirti mai da meno. Tu vali molto più di quanto pensi.
Se il lavoro ti mette a dura prova metti in pratica i miei consigli.
E se ti va di parlarmene in real time ti aspetto in DM su Instagram!