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3 verità scomode che un copywriter non ti dice (ma dovrebbe)

Se pensi che basti un bel copy per far esplodere le vendite o ottenere risultati eccezionali, sei in buona compagnia.

Magari è stato proprio un copywriter a farti credere che, con due headline d’effetto e qualche call to action brillante, il gioco è fatto.

Forse hai già riscritto le pagine prodotto, lanciato una campagna Meta, seguito tutti i consigli.

Ma i risultati? 

Qualche segnale, certo.
Ma
niente di davvero significativo.

Ragazza con una giacca gialla che sorride in un giardino

Io sono Maria Grazia De Falco, copywriter strategica, e se sei qui è probabile che anche tu abbia capito una cosa: il copywriting da solo non è sufficiente.

In questo articolo voglio raccontarti 3 verità scomode sul copywriting.

Non si tratta di segreti, ma pochi le conoscono.

E ti aiutano a vedere il copy per quello che è davvero: uno strumento strategico, non una bacchetta magica.

Perché (quasi) nessun copywriter ti dice che…

portatile poggiato su un tavolo di un locale

Nel mondo del copy – ma anche del marketing, a dirla tutta – c’è un problema.

Te lo dico senza giri di parole: i veri professionisti sono pochi.

Pochi sanno davvero fare questo mestiere. 

Gli altri?
Si arrangiano.

E no, non sempre con malizia.

Il fatto è che il copywriting è uno di quei lavori con pochissime barriere in entrata.

C’è chi pensa che basti un corso online da 20 ore per diventare copywriter.

C’è chi parte perché non si ha bisogno di fare alcun investimento iniziale.

E poi c’è chi crede che basti saper coniugare i congiuntivi per fare copy.

La conseguenza è questa: in troppi si definiscono copywriter senza conoscere il copywriting.

Un copywriter professionista non ha bisogno solamente di avere una bella penna.

Scrive per far succedere qualcosa.

Per portare un utente a cliccare, iscriversi, acquistare, fidarsi.

E per farlo non basta il talento.
Serve metodo.
Serve una visione strategica.
Serve sapere qual è il ruolo delle parole nel posizionamento di un brand.

Ma non tutti i Copywriter l’hanno capito.

E soprattutto, alcuni di loro ancora non sanno ciò che sto per dirti.

1. Non basta un buon copy per vendere

Avatar MG che mette un check per indicare che qualcosa è stato fatto

È una delle illusioni più diffuse: credere che un copy brillante possa far decollare un brand, senza considerare tutto il resto.

La verità?
Il copy da solo non basta.

E te lo dice una che col copy ci lavora tutti i giorni.

Ti faccio un esempio pratico: puoi scrivere una newsletter super coinvolgente, una landing page persuasiva e una CTA perfetta.
Ma se tutto questo non è supportato da:

  • un posizionamento chiaro e differenziante,
  • un’offerta davvero rilevante,
  • una user experience fluida e coerente,
  • una strategia complessiva ben progettata,

beh… non c’è copy che tenga.

Attenzione: non ti sto dicendo che non vedrai alcun risultato.

Ma quel che raccoglierai saranno solo briciole rispetto al potenziale reale del tuo brand.

Il copywriting è solo uno degli asset della comunicazione

Serve, eccome. Ma non è l’unico elemento.
E nemmeno il primo.

Funziona quando è dentro una strategia

Quando sa cosa deve dire, a chi, in che momento, con quale tono e per quale scopo.

Per questo ogni mio lavoro di copywriting parte da una consulenza strategica.

Sono inflessibile su questo punto: non scrivo una parola finché non è chiaro a chi ci stiamo rivolgendo, cosa stiamo offrendo e con quale tono vogliamo farlo.

Prima l’anima, poi il corpo.

Prima la strategia, poi le parole.

2. Il copywriting non è l’arte di scrivere

Avatar MG che disegna un cuore con un pennello rosso

Il copywriting non è scrivere per il gusto di farlo.

Non è arte. È tecnica. È strategia. È vendita.

Questa è una delle confusioni più comuni: pensare che per fare copy basti avere un bel lessico e una passione per la scrittura.

Te l’ho detto: saper coniugare i congiuntivi non ti rende un copywriter.

E nemmeno essere il più bravo a scrivere i post su Instagram.

Un copywriter professionista scrive con un obiettivo preciso:
far compiere un’azione.

E per far succedere questo, servono competenze molto più profonde:

  • conoscere il pubblico,
  • sapere come ragiona e decide,
  • usare leve persuasive,
  • progettare un messaggio che sia coerente con l’identità del brand.

Il copywriting è scrittura ottimizzata.

Ottimizzata per l’utente, per il contesto, per l’obiettivo.

E per arrivare lì, servono dati, studio e una visione strategica.
Non solo belle parole.

3. Un copy irriverente non assicura il raggiungimento degli obiettivi

AVATAR MG che balla a un party

Negli ultimi anni, sembra che per farsi notare basti essere simpatici.

Battute, ironia, copy “fuori dagli schemi”.

Ma qui ti dico una cosa che forse non ti aspetti: un copy irriverente non è sinonimo di copy efficace.

Puoi scrivere una caption spassosa, un adv geniale o un tone of voice tutto emoji e slang.

Ma se quel messaggio non rispetta l’identità del brand, non parla al pubblico giusto, o non porta a un’azione concreta, allora resta solo… intrattenimento.

Il punto non è far ridere.

Il punto è raggiungere un obiettivo: portare le persone a iscriversi, chiedere un preventivo, acquistare, ricordarsi di te.

Il tono giusto è quello che funziona per il tuo brand.

Non quello del tuo concorrente. E non è una questione di like.

Il punto è fare in modo che le persone giuste ti riconoscano, ti seguano, e si fidino di te.

In conclusione

Hai visto 3 verità sul copywriting che in pochi hanno il coraggio – o la competenza – di raccontarti.

Non perché siano rivoluzionarie, ma perché mettono in discussione tante convinzioni sbagliate sul copy.

Riassumiamo:

  • Non basta un bel testo per vendere: serve una strategia a monte.
  • Scrivere bene non basta: il copywriting non è arte, è progettazione.
  • Essere irriverenti non è sempre la scelta giusta: il copy deve parlare con la voce del brand, non con quella del momento.

Ce ne sarebbero tante altre, eh.

Tipo che “less is more” non significa scrivere poco, ma scrivere giusto.

O che “il tono di voce simpatico” non salva un’identità di brand confusa.

Ma queste te le racconto un’altra volta 😉

Se vuoi costruire un messaggio che funzioni davvero – e che ti rappresenti – possiamo lavorarci insieme.

Io sono Maria Grazia De Falco, e il mio lavoro è aiutarti a trovare le parole giuste nella strategia giusta.

Scrivimi per una consulenza di copywriting strategico.

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